Immagina persone legate 24 ore al giorno.
Immagina persone sedate farmacologicamente ridotte a vegetali.
Sarebbe materiale ottimo per un film dell’orrore, o da documentario sulla psichiatria pre-basagliana in Italia.
Invece no…
Questa è la realtà di moltissimi pazienti affetti da Alzheimer e altre forme di demenza in Italia oggi, nel 2021.
Questa prassi è la normalità nelle Residenze Sanitarie e Assistenziali (RSA) dove gli anziani fragili sono ricoverati quando la loro condizione patologica non è più gestibile a domicilio.
Immagina persone legate 24 ore al giorno.
Immagina persone sedate farmacologicamente ridotte a vegetali.
Sarebbe materiale ottimo per un film dell’orrore, o da documentario sulla psichiatria pre-basagliana in Italia.
Invece no…
Questa è la realtà di moltissimi pazienti affetti da Alzheimer e altre forme di demenza in Italia oggi, nel 2021.
Questa prassi è la normalità nelle Residenze Sanitarie e Assistenziali (RSA) dove gli anziani fragili sono ricoverati quando la loro condizione patologica non è più gestibile a domicilio.
La contenzione sistematica
Legare h24 i pazienti alle loro carrozzine o al letto a mezzo di cinture pelviche o addominali, a mezzo di polsiere e cavigliere, o sedarli farmacologicamente in modo da inibire non solo comportamenti disturbanti, ma qualunque comportamento, si chiama CONTENZIONE SISTEMATICA.
Naturalmente la contenzione sistematica viene proposta nella migliore delle sue vesti: proteggere un anziano con gravi disturbi cognitivi dal rischio di cadute o di danneggiamenti indotti dal suo stato patologico.
E bada bene, spesso gli operatori che la praticano sono in buona fede. Credono che sia davvero la miglior soluzione per i loro assistiti.
Ma lo è davvero? Prova a pensare che l’anziano legato alla carrozzina, tenuta bloccata per 12 ore al giorno nell’enorme salone dell’RSA, potresti essere tu…
Prima di allontanare il pensiero dicendo: “ma io spero di non arrivarci!”, considera che i numeri delle demenze sono vastissimi.
In Italia oggi si stima 1000000 un milione di persone affette da demenze di cui tra i 600000 e 800000 affetti da demenza di tipo Alzheimer.
Purtroppo, sono numeri in costante aumento (si stima che entro il 2050 si conteranno nel mondo oltre 150000000 di persone affette da demenza) e a oggi non esistono terapie efficaci contro la progressione della malattia.
La demenza è ed è destinata a diventare uno dei maggiori problemi di salute pubblica… ed è possibile che riguardi i nostri cari e, un domani, persino noi.
Alla luce di ciò, davvero la contenzione sistematica è l’unico strumento di gestione possibile di questa patologia? La mia risposta è NO.
Ma questo significa ripensare i processi assistenziali nelle RSA.
È ciò che ho provato a fare nel mio libro “Superare la contenzione nelle RSA”.
In questo saggio troverai:
Il libro si apre con un’introduzione di Pietro Vigorelli, medico psicoterapeuta, promotore dell’Approccio Capacitante.
Nel suo celebre testo “Riconsiderare la demenza” (1997), Tom Kitwood riporta la seguente espressione con cui viene pensata la demenza: una morte che lascia indietro il corpo.
Il lavoro con i pazienti affetti da demenza e la stesura di questo libro tuttavia mi hanno portato a guardare al di là della prospettiva disperante della progressione della malattia neurodegenerativa e a considerare la bellezza dell’incontro tra Soggetti al di là della malattia.
Tale incontro è reso possibile da uno sguardo capace vedere, di al di là dei disturbi, la bellezza della Persona. Persona in carne e ossa, con la sua storia e il suo bagaglio di esperienze che, se avremo desiderio di ascoltare, ci potrà persino raccontare.
E tu hai mai pensato al problema della demenza? Hai mai riflettuto sulla contenzione sistematica? Hai mai ipotizzato delle alternative?
Discutiamone insieme nei commenti!
La contenzione sistematica
Legare h24 i pazienti alle loro carrozzine o al letto a mezzo di cinture pelviche o addominali, a mezzo di polsiere e cavigliere, o sedarli farmacologicamente in modo da inibire non solo comportamenti disturbanti, ma qualunque comportamento, si chiama CONTENZIONE SISTEMATICA.
Naturalmente la contenzione sistematica viene proposta nella migliore delle sue vesti: proteggere un anziano con gravi disturbi cognitivi dal rischio di cadute o di danneggiamenti indotti dal suo stato patologico.
E bada bene, spesso gli operatori che la praticano sono in buona fede. Credono che sia davvero la miglior soluzione per i loro assistiti.
Ma lo è davvero? Prova a pensare che l’anziano legato alla carrozzina, tenuta bloccata per 12 ore al giorno nell’enorme salone dell’RSA, potresti essere tu…
Prima di allontanare il pensiero dicendo: “ma io spero di non arrivarci!”, considera che i numeri delle demenze sono vastissimi.
In Italia oggi si stima 1000000 un milione di persone affette da demenze di cui tra i 600000 e 800000 affetti da demenza di tipo Alzheimer.
Purtroppo, sono numeri in costante aumento (si stima che entro il 2050 si conteranno nel mondo oltre 150000000 di persone affette da demenza) e a oggi non esistono terapie efficaci contro la progressione della malattia.
La demenza è ed è destinata a diventare uno dei maggiori problemi di salute pubblica… ed è possibile che riguardi i nostri cari e, un domani, persino noi.
Alla luce di ciò, davvero la contenzione sistematica è l’unico strumento di gestione possibile di questa patologia? La mia risposta è NO.
Ma questo significa ripensare i processi assistenziali nelle RSA.
È ciò che ho provato a fare nel mio libro “Superare la contenzione nelle RSA”.
In questo saggio troverai:
Nel suo celebre testo “Riconsiderare la demenza” (1997), Tom Kitwood riporta la seguente espressione con cui viene pensata la demenza: una morte che lascia indietro il corpo.
Il lavoro con i pazienti affetti da demenza e la stesura di questo libro tuttavia mi hanno portato a guardare al di là della prospettiva disperante della progressione della malattia neurodegenerativa e a considerare la bellezza dell’incontro tra Soggetti al di là della malattia.
Tale incontro è reso possibile da uno sguardo capace vedere, di al di là dei disturbi, la bellezza della Persona. Persona in carne e ossa, con la sua storia e il suo bagaglio di esperienze che, se avremo desiderio di ascoltare, ci potrà persino raccontare.
E tu hai mai pensato al problema della demenza? Hai mai riflettuto sulla contenzione sistematica? Hai mai ipotizzato delle alternative?