"La discussione è uno scambio di conoscenze,
la disputa uno scambio di ignoranza"
(Edgar H. Schein)

Come si sceglie se attivare un percorso di consulenza, formazione o supervisione?

Un percorso di formazione o di supervisione svolto seriamente parte dalla rilevazione dei
fabbisogni dei soggetti che compongono il gruppo di lavoro. Questo processo si chiama “analisi organizzativa” ed è il primo passo di qualsiasi
consulenza organizzativa.


Sovente capita che mi venga richiesto da parte di chi si occupa delle Risorse Umane di erogare corsi sulla motivazione del personale oppure sulla comunicazione efficace. La richiesta è formulata con le migliori intenzioni e viene spesso motivata dal fatto che all’interno dei gruppi di lavoro siano presenti tensioni, conflitti o malessere. Ma attivare un percorso di formazione “a pacchetto” è controproducente. Prima di attivare qualsiasi intervento formativo o di supervisione, è necessario capire perché all’interno di quel gruppo di lavoro o tra quei gruppi di lavoro si è creato quel clima di tensione, quel conflitto, quel malessere. Per fare questo bisogna dare voce alle persone, ascoltandole singolarmente e in gruppo.


A seguito dell’analisi, la consulenza prosegue condividendo con la committenza quanto
appreso circa la problematica per cui è richiesto l’intervento psicologico e proponendo un
percorso orientato alla risoluzione della problematica stessa.


I principali strumenti di intervento sono la
formazione e la supervisione

Come si sceglie se attivare un percorso di consulenza, formazione o supervisione?

Un percorso di formazione o di supervisione svolto seriamente parte dalla rilevazione dei
fabbisogni dei soggetti che compongono il gruppo di lavoro. Questo processo si chiama “analisi organizzativa” ed è il primo passo di qualsiasi
consulenza organizzativa.


Sovente capita che mi venga richiesto da parte di chi si occupa delle Risorse Umane di erogare corsi sulla motivazione del personale oppure sulla comunicazione efficace. La richiesta è formulata con le migliori intenzioni e viene spesso motivata dal fatto che all’interno dei gruppi di lavoro siano presenti tensioni, conflitti o malessere. Ma attivare un percorso di formazione “a pacchetto” è controproducente. Prima di attivare qualsiasi intervento formativo o di supervisione, è necessario capire perché all’interno di quel gruppo di lavoro o tra quei gruppi di lavoro si è creato quel clima di tensione, quel conflitto, quel malessere. Per fare questo bisogna dare voce alle persone, ascoltandole singolarmente e in gruppo.


A seguito dell’analisi, la consulenza prosegue condividendo con la committenza quanto
appreso circa la problematica per cui è richiesto l’intervento psicologico e proponendo un
percorso orientato alla risoluzione della problematica stessa.


I principali strumenti di intervento sono la
formazione e la supervisione

Cos'è la formazione?

La formazione è un percorso finalizzato all’acquisizione di competenze. La trasmissione teorica di informazioni assume un peso nettamente inferiore rispetto alla componente esperienziale, entro cui le competenze oggetto del percorso formativo possano essere esercitate, riflettute, accresciute.
È importante tenere presente che le competenze su cui lavoro quando incontro un gruppo
sono da pensare su due livelli: il livello del singolo soggetto; il livello dell’equilibrio del gruppo.
Quando mi viene richiesto di lavorare con gruppi in conflitto, la formazione che offro si basa
sulla riflessione condivisa sui fattori che mantengono il conflitto. I partecipanti imparano quindi a risolvere i conflitti in cui sono coinvolti a partire dalla propria esperienza

Cos'è la formazione?

La formazione è un percorso finalizzato all’acquisizione di competenze. La trasmissione teorica di informazioni assume un peso nettamente inferiore rispetto alla componente esperienziale, entro cui le competenze oggetto del percorso formativo possano essere esercitate, riflettute, accresciute.
È importante tenere presente che le competenze su cui lavoro quando incontro un gruppo
sono da pensare su due livelli: il livello del singolo soggetto; il livello dell’equilibrio del gruppo.
Quando mi viene richiesto di lavorare con gruppi in conflitto, la formazione che offro si basa
sulla riflessione condivisa sui fattori che mantengono il conflitto. I partecipanti imparano quindi a risolvere i conflitti in cui sono coinvolti a partire dalla propria esperienza

Cos’è la supervisione?

Svolgo supervisioni alle équipe di RSA e strutture psichiatriche. La supervisione consiste in un momento in cui l’équipe sospende l’azione e si ferma a pensare. Di solito l’oggetto del lavoro di riflessione è il funzionamento dei pazienti il cui comportamento mette in difficoltà il gruppo.
Pazienti affetti da patologie psicotiche o gravi disturbi dell’umore, disturbi di personalità, Alzheimer o altre forme di demenza vivono una sofferenza che deborda il loro mondo interno e investe il campo delle relazioni. Gli operatori di comunità si trovano quindi a gestire comportamenti bizzarri, aggressivi, spesso incomprensibili che hanno un impatto sul loro mondo psichico. Durante la supervisione si fornisce l’occasione agli operatori di condividere le proprie difficoltà e riflettere sulla formulazione del caso. Ciò consente non solo di comprendere i comportamenti del paziente iscrivendoli nel suo funzionamento psichico, ma anche condividere le difficoltà emotive con l’équipe e co-costruire delle soluzioni di intervento sulla base della formulazione del caso.

alberto longhi formazione rsa

Cos’è la supervisione?

alberto longhi formazione rsa

Svolgo supervisioni alle équipe di RSA e strutture psichiatriche. La supervisione consiste in un momento in cui l’équipe sospende l’azione e si ferma a pensare. Di solito l’oggetto del lavoro di riflessione è il funzionamento dei pazienti il cui comportamento mette in difficoltà il gruppo.
Pazienti affetti da patologie psicotiche o gravi disturbi dell’umore, disturbi di personalità, Alzheimer o altre forme di demenza vivono una sofferenza che deborda il loro mondo interno e investe il campo delle relazioni. Gli operatori di comunità si trovano quindi a gestire comportamenti bizzarri, aggressivi, spesso incomprensibili che hanno un impatto sul loro mondo psichico. Durante la supervisione si fornisce l’occasione agli operatori di condividere le proprie difficoltà e riflettere sulla formulazione del caso. Ciò consente non solo di comprendere i comportamenti del paziente iscrivendoli nel suo funzionamento psichico, ma anche condividere le difficoltà emotive con l’équipe e co-costruire delle soluzioni di intervento sulla base della formulazione del caso.

formazione capacitante

La Formazione Capacitante

Uno strumento particolarmente prezioso per gli operatori delle RSA e dei servizi che si occupano di pazienti affetti da Alzheimer e altre forme di demenza è la Formazione Capacitante. Si tratta di una modalità formativa sviluppata basata sull’Approccio Capacitante, sviluppato dal Prof. Pietro Vigorelli.


L’Approccio Capacitante è una metodologia che mette la parola al centro per comprendere le difficoltà nella relazione tra persona con demenza e caregiver e trovare una via di uscita felice. 


La Formazione Capacitante inizia a partire dalle difficoltà degli operatori: 

“Luigi [nome di fantasia per un ospite affetto da Alzheimer] mi chiede di andare a casa duecento volte al giorno! Come faccio a fargli capire che adesso deve stare qui in struttura?”


“Ogni volta che mi avvicino al letto di Maria [nome di fantasia per un’ospite affetta da demenza vascolare] mi urla di andarmene e prova a picchiarmi! Come devo fare?”


Tali difficoltà vengono analizzate alla luce delle parole scambiate tra operatore e ospite e si aiutal’operatore a scegliere parole altre, che siano terapeutiche per l’ospite e positive per la relazione.


formazione capacitante

La Formazione Capacitante

Uno strumento particolarmente prezioso per gli operatori delle RSA e dei servizi che si occupano di pazienti affetti da Alzheimer e altre forme di demenza è la Formazione Capacitante. Si tratta di una modalità formativa sviluppata basata sull’Approccio Capacitante, sviluppato dal Prof. Pietro Vigorelli.


L’Approccio Capacitante è una metodologia che mette la parola al centro per comprendere le difficoltà nella relazione tra persona con demenza e caregiver e trovare una via di uscita felice. 

 

La Formazione Capacitante inizia a partire dalle difficoltà degli operatori: 

“Luigi [nome di fantasia per un ospite affetto da Alzheimer] mi chiede di andare a casa duecento volte al giorno! Come faccio a fargli capire che adesso deve stare qui in struttura?”

 

“Ogni volta che mi avvicino al letto di Maria [nome di fantasia per un’ospite affetta da demenza vascolare] mi urla di andarmene e prova a picchiarmi! Come devo fare?”


Tali difficoltà vengono analizzate alla luce delle parole scambiate tra operatore e ospite e si aiutal’operatore a scegliere parole altre, che siano terapeutiche per l’ospite e positive per la relazione.